martedì 16 febbraio 2016
Il gioco dei sogni ritrovati - Agnes Kamara Umunna, Emily Holland - Google Libri
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lunedì 15 febbraio 2016
domenica 14 febbraio 2016
Mahatma Gandhi - Wikipedia
Gandhi durante la Marcia del Sale
Gandhi annuncia la ripresa della campagna satyagraha. Nel marzo del 1930 intraprende una campagna contro la tassa del sale e il regime che l'aveva alzata. Inizia così la celebre Marcia del sale che parte con settantotto satyagrahi dall'ashram Sabarmati di Ahmedabad il 12 marzo e termina a Dandi il 6 aprile 1930 dopo 380 km di marcia. Arrivati sulle coste dell'Oceano indiano Gandhi ed i suoi sostenitori estraggono il sale in aperta violazione del monopolio reale e vengono imitati dalle migliaia di indiani unitisi durante la marcia.
Questa campagna, una delle più riuscite della storia dell'indipendenza non-violenta dell'India, viene brutalmente repressa dall'impero britannico, che reagisce imprigionando più di 60 000 persone.[14] Anche Gandhi e molti membri del Congresso vengono arrestati. Diversi satyagrahi vengono inoltre picchiati dalle autorità durante i loro tentativi di razzia non-violenta di saline e di depositi di sale.
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venerdì 5 febbraio 2016
Scrivere
espongo i miei pensieri
li modifico a piacere
io sono quello che scrivo?
o quello che vorrei ..
la via del mezzo è meglio usare.
Essere sincero ti fa sentire fiero
ma gli altri capiranno?o crei solo danno.
E mentre io mi affanno a scrivere me stesso,
mi rendo conto, che degli altri non cerco l opinione
ma forse solo comprensione .
mercoledì 22 febbraio 2012
Cambiare
meno facile fare
quante volte ho promesso
e quasi sempre ho mentito a me stesso
domani domani ..
e i desideri diventano vani
questo succede se non credi in te stesso
alza la testa ma alzala adesso
sabato 6 novembre 2010
Antonio Gramsci:dal'albero del riccio il racconto il topo e la montagna
In una casa molto povera abitano una mamma ed il suo bambino.
La mamma ha da dare, per il risveglio del proprio bambino, solamente una tazza di latte; non hanno altro, né biscotti, né marmellata.
Il bambino dorme, sul comodino c’è la tazza di latte caldo pronto per il suo risveglio.
Ma un topo, anche lui affamato, vede il latte e se lo beve.
Il bambino, si risveglia, trova la tazza del latte vuota e piange per la fame.
La mamma, nel vedere il proprio piccino affamato, corre disperata dalla capra pregandola di prestarle un po’ di latte, non ha soldi ma ricambierà non appena potrà.
La capra però non mangia da tanto tempo, la guerra si è portata via il contadino che l’accudiva e nessuno gli porta più niente da mangiare; promette alla mamma di dargli il latte se ella le porterà dell’erba.
La mamma si rivolge allora al topo chiedendogli di riparare al guaio che aveva combinato aiutandola a ritrovare del latte per il proprio bambino.
Il topo va subito dal prato per l’erba ed il prato arido, perché nessuno pensava più ad innaffiarlo, vuole in cambio dell’acqua.
Il topo va allora dalla fontana ma anche questa è stata rovinata dalla guerra e l’acqua si disperde in mille rivoli; ci vorrebbe un maestro muratore, ma questo vuole le pietre per ricostruire la fontana.
Il topo va allora dalla montagna e avviene un dialogo tra il topo e la montagna che è stata disboscata dagli speculatori e franando mostra ovunque, come ossa, le sue pietre senza terra.
Il topo racconta tutta la storia e promette che il bambino cresciuto ripianterà gli alberi, consentendo così alla montagna di non franare più.
La montagna si convince, dà le pietre che servono a ricostruire la fontana, per innaffiare il prato, per dare l’erba alla capretta, ed il bimbo così ha tanto latte che si lava anche col latte.
Cresce, pianta gli alberi, tutto rinasce: vengono ricoperte, con soffice terra, le pietre della montagna; sotto il nuovo humus la precipitazione atmosferica ridiventa regolare perché gli alberi trattengono l’acqua ed impediscono ai torrenti di devastare la pianura.
Insomma il topo concepisce un vero e proprio piano di lavoro adatto a far rivivere un paese rovinato dalla guerra e dal disboscamento.
giovedì 4 novembre 2010
la coscienza
Alle volte di notte quando il buio e il silenzio tutto avvolgono
nella solitudine dei miei pensieri
riaffiora il passato
momenti vissuti nascosti nel profondo
e li comincia il giudizio
Quante volte ho esaminato errori
riaperto cassetti che vorrei non ci fossero
segreti nascosti mai svelati a nessuno
potessi gettarli in un pozzo profondo
coprirlo girarmi e andare via
Ma si sa la realtà non permette di farlo
questa è la punizione il prezzo da pagare
si dice impara a conviverci
certo la frase è bella da dire
ma la coscienza non si lascia fregare
Alle volte però nel buio
il silenzio è interrotto da un lieve rumore
è il respiro di un figlio la speranza il futuro
mi rilasso sorrido e ritorno a dormire